venerdì 8 febbraio 2013

Intervista



Questa intervista vuole essere una testimonianza della vita semplice e difficile di un immigrato romeno che, pur arrancando e sacrificandosi, vede nell’alba di un nuovo giorno la speranza di poter migliorare  le proprie condizioni di vita  e quelle della propria famiglia rimasta nella nazione di origine.
Per molte persone l’ esistenza è semplice perché hanno trovato subito la propria strada, ma per questo ragazzo non è stato così, nella propria vita ha cambiato innumerevoli mestieri: operaio, barista, cameriere, badante, muratore, contadino e tessitore; imparando sul campo quello che parecchia gente ignora per tutto il proprio percorso.
La speranza è un sentimento di una forza incredibile,  ti permette di vedere il domani come una nuova opportunità per migliorare  e progredire nelle proprie esperienze,  ti permette di superare grandi delusioni e dolori intensissimi e infine ti da il coraggio di affrontare la vita nonostante questa ponga ostacoli, all’apparenza, insuperabili.

“In quale anno sei venuto in Italia e perché hai scelto il nostro paese?”
“Sono venuto in Italia nel 2003 a 30 anni,  perché qui avevo amici e conoscenze su cui appoggiarmi per i primi tempi e perché la legge italiana di allora era molto permissiva.”
“Sei regolare o clandestino?”
“Sono regolare perché intendo accumulare i contributi  necessari alla mia pensione.”
“Perché hai deciso di lasciare la tua amata Romania?”
“Perché vedevo il viaggio e la possibilità di lavorare in Italia  come speranza di miglioramento delle mie condizioni di vita.”
“Hai parlato di speranza di miglioramento , cosa intendi esattamente?”
“Una vita agevole, la possibilità di formare un famiglia e soprattutto la possibilità di realizzarmi lavorativamente.”
“Le tue aspettative sono state realizzate vivendo in Italia?”
“No! Conduco una vita sacrificata e piena di rinuncie, vivo in una casa fredda ed umida di estate e di inverno, alcune volte mi sento disilluso della mia esperienza qui, perché questo paese non è il paradiso che mi aspettavo.”
“Se l’Italia non è il paradiso che ti aspettavi perché continui a rimanere qui?”
“Mi muove la speranza che un domani questo inferno si trasformi in paradiso, in Romania non ho futuro, almeno qui penso di poter realizzare qualcosa, non voglio deludere gli occhi lucenti di mia madre e non voglio tradire il mio orgoglio rinunciando ad un sogno per  le difficoltà che vivo.”
“Cosa ti piace dell’Italia?”
“La gente, la sua straordinaria capacità di accogliere le persone in difficoltà, qui ho trovato molti disposti ad aiutarmi e a volermi bene.”

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